Sembrava che Google Stadia non potesse lasciarci notizie più infelici riguardo alla sua chiusura. Ora, e dopo quella che sembra essere una decisione tardiva, hanno licenziato Phil Harrison, l’ex capo del progetto di cloud gaming gestito da Google.
Secondo un report di Business Insider, alcuni dipendenti confermano che il precedente manager sarebbe uscito dalla porta di servizio a gennaio, lo stesso mese in cui Stadia ha chiuso definitivamente i propri server. Questo, oltre ad essere una conseguenza degli scarsi risultati della piattaforma, ci fa capire che Google smetterà di essere pesantemente coinvolta nei videogiochi in cloud per il momento.
Google Stadia, l’incursione nel cloud che non è finita bene
Certo, Harrison non ha avuto una cattiva idea, dal momento che è stato uno dei primi ad avventurarsi in questo argomento, essendo una chiara ispirazione per diverse aziende per creare un servizio simile.
E mentre l’approccio di Stadia allo streaming di giochi consumer si è basato su una solida base tecnologica, non ha ottenuto la trazione con gli utenti che speravamo, motivo per cui abbiamo preso la difficile decisione di iniziare a terminare il nostro servizio di streaming. per stadi
Sono state altre aziende, come Xbox, che hanno saputo trasformare il potenziale dei giochi cloud in una realtà sostenibile. Xbox Cloud Gaming è stata forse l’unica alternativa che ha davvero preso piede tra i consumatori. Tanto che è già riuscito a entrare in cellulari, televisori, tablet e altro.
In definitiva, il fallimento di Google Stadia implica che la concorrenza sia già concentrata su pochi, ma non è la fine dell’incursione di Google nei videogiochi. In attesa di cosa possono fare, in questo momento sono una parte enorme del mercato della telefonia mobile e continuano ad espandersi.