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L’acquisto da parte di Microsoft di Activision Blizzard King sta diventando un affare noioso per gli utenti. Anche se questo processo richiederà tempo, è chiaro che la lunga sofferenza dei regolatori e le scuse di Sony sono diventate uno sfortunato incentivo per i negoziati. Ora, e dopo un mare di bugie, Microsoft torna a rispondere con veemenza alle accuse di monopolio.
La notizia ora si concentra sull’esclusività di Call of Duty su Xbox e sulle possibili complicazioni che ciò porterebbe alla concorrenza all’interno del settore, colpendo direttamente Sony PlayStation. Lo ha affermato l’Unione Europea, poiché ritengono che se questo gioco diventasse esclusivo, molti utenti cambierebbero console per acquistare prodotti Xbox. Detto ciò, Alaily fa rimail vicepresidente aziendale del Competition Law Group di Microsoft ha commentato che questo non è vero perché pochissimi giocatori farebbero effettivamente il passaggio.
Call of Duty è troppo piccolo per danneggiare la capacità di Sony di competere e troppo piccolo per rendere redditizia una strategia di fidelizzazione di Xbox.
Microsoft si difende, Call of Duty non sarà esclusivo, ma comunque non influenzerebbe il mercato
Alaily ha parlato con Axios, in un’intervista in cui ha chiarito che la strategia aziendale non è incentrata sul togliere i giochi dal mercato per perdere entrate, ma sull’espansione e sul supporto per dare parità a tutti i giocatori.
Come abbiamo sempre detto: non ha senso dal punto di vista degli affari togliere Call of Duty dalla PlayStation.
Tra le sue argomentazioni, commenta un presunto sondaggio YouGov effettuato a gennaio per confermare le dichiarazioni dell’Ue; Nei risultati, sorprende che solo il 3% degli utenti cambierebbe il proprio sistema PlayStation se si effettuasse l’acquisto di Activision e Call of Duty diventasse un’esclusiva Xbox. Detto questo, la conclusione è che non ci sono numeri ragionevoli per fermare gli acquisti di monopolio.
Tutto quanto sopra è una controparte molto importante delle conclusioni della CMA e dell’Unione Europea sulla decisione degli utenti, poiché il tasso di differenza è molto importante per trarre una conclusione.
Mentre è in corso questa lotta mediatica, il termine per la presentazione del rapporto CMA scade il 26 aprile, il giorno dopo lo stesso rapporto dell’Unione Europea. Ma non è tutto, perché la FTC sembra aver accantonato la questione mentre riceve le dichiarazioni da Xbox e i dati da Sony che erano obbligate ad offrire per l’eventuale giudizio sul funzionamento interno del settore.